Eduardo Tartaglia alla conferenza stampa di presentazione del film parla di napoletanità esportabile. Questo concetto pare sia legato al mantenere al minimo le espressioni dialettali e offrire al pasto del milanese-tipo una spruzzata di luoghi comuni qua e là.
E infatti c'è il boss mafioso, con i baffi neri neri e la pelle dorata, c'è il protagonista dalle gote rosse a cui, si vede al primo sguardo, piace tanto mangiare la pizza e i babà, e la giunonica partenopea che, per citare Biagio Izzo in una scena del film, possiede prua e poppa di alto rango.
Achille e Brigida sono una coppia di fatto che si barcamena in una vita di stenti. Impiegato lui, più estroversa lei, garzona di una macelleria per cui fa consegne vestita da polpetta gigante. Quando viene licenziato Achille tenta il tutto per tutto con un lavoro di ripiego, in nero, come guardiano notturno dei cantieri della metropolitana (come dire più in basso di così c'è solo da scavare), all'interno dei quali i due finiranno anche per vivere a seguito di uno sfratto.
Ma ecco che con un'improvvisa sterzata della sorte il nostro protagonista si scopre imparentato con un temutissimo boss mafioso neo pentito, e per questo è costretto a fuggire con i suoi cari (ed il boss in questione) come previsto dal programma di protezione della polizia, lasciandosi dietro cantieri e miseria per una terra promessa che spera dia loro l'opportunità di ricominciare.
Naturalmente non avranno vita facile in quanto il boss di Biagio Izzo, Antimo Lo Ciummo, venticinque anni di latitanza e per questo detto “l'Antimo fuggente” (la sala a cuor leggero ridacchia, immagino lo farà anche il milanese-tipo), ha alle costole un'efferata assassina, Alena Seredova. A farle da controparte un Maurizio Casagrande commissario di polizia che gioca molto su una professionalità dalle tinte grottesche.
Ho apprezzato in alcuni passaggi il tentativo di creare un'atmosfera action-thriller dai sapori internazionali. Inquadratura dall'alto, ralenty e suspance musicale; una morona da schianto estrae due pistole a canna lunga che sembrano prese in prestito da Angelina Jolie e si lancia in una smitragliata d'autore che Rambo sarebbe onorato. Certo è che la morona indossa il costume da polpetta gigante e allora mi ricordo che siamo a Napoli e sorrido.
Questo film ha certamente i suoi momenti, la napoletanità di cui si parlava è molto vera e piacevole. Tartaglia, Mazza e Izzo sono ottimi, Casagrande buono, Seredova rimandata.
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