Bisogna intervistare Johnny Knoxville, la prossima settimana a Roma per presentare Jackass 3D.
Io? Jackass?? Dai, mi ha fatto ridere un totale di due volte in tutta la mia vita ed entrambe quando ero al liceo, sono certamente, abbondantemente, fuori dal suo target.
Non a caso dopo appena mezz’ora di proiezione comincio a intessere un forte carteggio di e-mail dal cellulare.
Per chi non conoscesse il fenomeno, si tratta di uno show televisivo affacciatosi nel 2000 su MTV in cui un drappello di deficienti esegue numeri pericolosi e disumani esperimenti. Una frase emblematica di questo ultimo capitolo della saga (passato al cinema con due precedenti uscite per motivi apparentemente inspiegabili, ma forse se dico “soldi” non ci vado molto lontana) afferma che i cardini della serie sono, perdonate il francese ma rispetto la proprietà intellettuale citando meticolosamente, “merda, vomito e adrenalina”. Non si dicono bugie, questo film, e con disgustata rassegnazione uso questo termine, ne è pieno.
La dinamica del “documentario”, così categorizzato su IMDb, è la seguente: ogni scherzo, ogni prova, ogni candid camera realizzata da questi “somari” (in traduzione letterale il titolo del franchise) inizia con l’esecutore che declina le proprie generalità in caso d’imminente morte e con il titolo dell’impresa che appare in sovraimpressione e buca la terza dimensione.
Abbiamo un ricco carnet di straordinarie esecuzioni delle quali non si poteva proprio fare a meno: lancio della freccetta tramite flautolenza con successiva perforazione di un palloncino gonfiato ad aria e tenuto tra le natiche del partner, sempre tra le natiche una mela mangiata da un maiale (e anche da un uomo), seduta di bunjee jumping dentro un WC chimico usato, cocktail di sudore bevuto dallo stesso uomo della mela e infine un bel plastico di una verde campagna solcata da un trenino con un piccolo vulcano che erutta – il vulcano per farla breve è un ano.
Una succinta lista giusto per nominare i picchi più salienti. Per il resto alcuni stunt sono apprezzabili, salti ed evoluzioni con vari mezzi di locomozione. Le scene d’apertura e di chiusura sono quasi stonate, con ralenti e art direction interessante fra ricerche cromatiche ed effetti speciali ben realizzati. Inutile credo sottolineare che il 3D non ha motivo di essere.
Evitando ogni forma di vana retorica, in soldoni, mi sono annoiata, sono stata disgustata in alcuni passaggi e in generale ho rosicato di aver sprecato il mio tempo e due biglietti della metro per guardare una decina di decerebrati che pensano ci interessi vederli dare sfogo alle loro voglie masochistiche (vere? Architettate per inventarsi un lavoro?).
Può essere che io sia cromosomicamente impossibilitata ad apprezzare le loro gesta, anche se, sono sincera, mi ha strappato un sorriso la prova della flautolenza e del palloncino, impressionante emissione d’aria. Gli uomini in sala dal canto loro hanno dato prova di gradire, ridendo fragorosamente durante quasi tutta la mia via crucis. Diversi, deo gratias.
Non so se si possa ridurre tutto a una mera questione sessista, forse come i protagonisti della pellicola sono affascinati dall’arte del vomito esiste qualcuno, a prescindere dal sesso, a cui piace osservarne la messa in fieri.
Per quanto mi riguarda lo stanziamento di denaro per produrre e distribuire questa merda (per usare un termine che anche i “somari” capiscano) è vergognoso e veramente al di là di ogni mia comprensione.
L’industria non concede scrupoli e la mente è perversa, questa la lezione che porto a casa oggi. Chiederò a Johnny Knoxville la sua opinione a riguardo.
(Cristina Fanti)
CHE NE PENSI DI QUESTO FILM?
CHE NE PENSI DI QUESTA RECENSIONE?
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