domenica 6 febbraio 2011

Il Truffacuori - L'arnacoeur

C’era una volta il regno fatato della commedia romantica, fra le colline di Hollywood negli Stati Uniti. Poi un soffio di vento ha trasportato il seme della levità attraverso il mondo, in alcuni luoghi ha attecchito e prosperato, in altri no. E così anche i francesi hanno cominciato a saper impacchettare piccole graziose storie d’amore. Agli italiani invece è toccato Moccia.

Lo spunto di questo racconto è pretestuoso e stralunato, Alex Lippi, presentato a inizio film come uno 007 durante una sfilata in aeroporto, a ralenti e con sottofondo rock, è un sabotatore di coppie, un lavoro, come vediamo subito, molto credibile. Si occupa, con l’arma della seduzione, nonostante la mascella prepotente, di sfasciare relazioni amorose, ma soltanto nel caso in cui la donna sia infelice; nobile proposito, anche questo assolutamente credibile.

Infiltra la coppia con una mascherata coadiuvato da una squadra di collaboratori, sorella e cognato, propina la facciata di uomo sensibile, sparge qualche lacrima qua e la e apre gli occhi alle fanciulle su ciò che manca al loro uomo. Lo schema è sempre lo stesso e funziona, da dieci anni. Tutto fila liscio insomma, fin quando non gli viene presentata una missione impossibile: chiudere lo spazio fra gli incisivi di Vanessa Paradis. No, questa sarebbe fantascienza. Ha dieci giorni di tempo per mandare a monte il suo matrimonio perché il suo ricchissimo promesso sposo la sta facendo diventare estremamente facoltosa, e questo si sa renderebbe infelice ogni donna.

Il tono è naturalmente spensierato, pervaso di una vena comica piuttosto efficace e che regge bene il ritmo per tutti i 105 minuti, con picchi di vera ilarità della quale si resta stupiti se come me ci si approccia ai film francesi con sospetto, chapeau. I personaggi sono classici tipi da commedia, il bello, il brutto, il cattivo, il cattivissimo, la sagace e l’astronomica figa con la puzza sotto il naso, per lo più stereotipati e funzionali alle varie gag, ma pur sempre piacevoli. Gli episodi sono sopra le righe, rocambolesche comiche fisiche o piccoli giochi d’ironia. L’immagine di Romain Duris che pratica il carling per arrivare a conquistare una donna stabilisce il carattere del film fin dal primo minuto. Per non parlare dei suoi impacciati tentativi d’imparare la famosa coreografia di Dirty Dancing. Semplice e innocente comicità giocata sulle goffaggini di un personaggio altresì perfetto. Magari un tantino già vista, ma sicuramente ben lavorata. Le luci sono articolate, le immagini soffuse e dal gusto retrò, i colori studiati, la regia intelligente e veloce con brillanti scatti della macchina da presa e un divertente uso della quarta parete, gli abiti da favola.

Vanessa Paradis pare interpretare se stessa, quasi ci si scorda che il personaggio abbia un altro nome. Algida e imbronciata, tipicamente d’oltralpe, infonde però alla sua Juliette una tale grazia che sembra che plani piuttosto che camminare. Con ogni probabilità i tacchi da 14 centimetri che indossa l’hanno aiutata. Dolce e affascinante quando accenna un motivo del più vintage George Michael nascondendo seducentemente il viso per la vergogna. Comincio a entrare nella prospettiva di Johnny Depp.

Il tutto è molto ben amalgamato e seppure la storia d’amore fra i due protagonisti risulti alla fine come sbocciata dal nulla, priva di grosse nuance, in fondo in questo tipo di pellicola è il viaggio, e non il traguardo, che conta.

(Cristina Fanti)

CHE NE PENSI DI QUESTO FILM?


CHE NE PENSI DI QUESTA RECENSIONE?

Nessun commento:

Posta un commento