mercoledì 31 agosto 2011

Andrew Niccol predice il futuro


È lento e quasi strisciante il passo di Andrew Niccol, si muove piano e si siede adagio, un po' piegato su se stesso. Neozelandese, di poche parole, spalle leggermente spioventi, occhi chiari, sguardo timido e sorriso furbetto. Ricorda nelle forme e nei colori un posato, aggiornato George McFly. Siamo al Comic-Con di San Diego, si potrebbe quasi ipotizzare un travestimento-citazione, ma Niccol il suo estro lo esprime altrove e l'omaggio è solo nella testa di chi guarda.
D'altronde stuzzicare la mente dello spettatore è il suo gioco preferito, la sua penna ha firmato sceneggiature come The Truman Show e Gattaca, visioni di un mondo contorto da far pulsare la materia grigia. Passato dietro la macchina da presa solo per la seconda di queste pellicole ha continuato a produrre idee regalandole ad altri cantastorie, come per The Terminal e Steven Spielberg.
Quest'anno, a cinque dal suo ultimo lavoro, Lord of War, ci presenta un thriller fantascientifico, come ci tiene a definirlo, che ancora una volta passa al microscopio la nostra società proponendosi di anticipare domande fondamentali per una moderna autoanalisi collettiva.
Come The Truman Show aveva presentato il tema della tv realtà, ancora poco esplorato all'epoca, e con S1m0ne indagava le implicazioni della fama e della tecnologia cinematografica, in questo nuovo viaggio tratta di ricchezza e povertà estreme, dove il vero lusso è il tempo, e non è una frase fatta.

In questo mondo che ho creato, dice, la buona notizia è che si smette d’invecchiare a 25 anni, la cattiva notizia è che ognuno è geneticamente programmato per vivere soltanto un altro anno. Al compimento del quarto di secolo infatti sull’avambraccio sinistro, nella forma di una sorta di tatuaggio luminoso, comincia a scorrere un countdown dei giorni, delle ore e dei secondi che mancano alla propria terminazione. La lotta alla sopravvivenza diventa dunque una corsa alla conquista di tempo che letteralmente sostituisce ogni moneta. Si lavora, e alla fine del mese si guadagna una settimana. Si va a cena fuori e all’arrivo del conto si perdono due giorni. Molto semplice. Ne consegue che i ricchi vivranno per sempre e sulle teste dei poveri pende un’affilata mannaia.

L’idea nasce dalla sensazione che in questo periodo storico l’uomo sia a poco a poco disumanizzato da una schiavitù economica che livella la popolazione in due classi, separate da un grande nulla, e in cui la scienza rischia di oltrepassare limiti invalicabili. E’ un gioco d’ingegneria genetica finito male che da inizio a questa spaventosa realtà in cui la fontana dell’eterna giovinezza non solo esiste, ma è gestita da pochi.
Si tratta di un mondo realistico, precisa Niccol, mentre il cast alle sue spalle annuisce, condito da quell’elemento disturbatore che lo tinge di fantascienza, questo orologio biologico che, si dice nel film, è la morte di tutte le altre invenzioni. I poveri infatti non hanno abbastanza tempo per ideare nulla, utile o meno che sia, e i ricchi non hanno alcun incentivo per fare oggi quello che potranno fare fra cento anni. Non è un caso che si sia girato a Los Angeles, ridacchia il regista, la capitale del desiderio di restare giovani per sempre.
Interessante scoprire come il casting lo abbia fatto sudare, costretto a cercare vecchie anime in corpi giovani per personaggi che in apparenza hanno appena toccato il quinto lustro ma che in fondo non hanno età. Senza l’aiuto di attori caratteristi dal volto segnato il regista ha dovuto scavare molto a fondo, e ha trovato Justin Timberlake e Amanda Seyfried che sicuramente lo ripagheranno in pubblico.

Molti andranno vedere il film per loro, qualcuno lo farà per le pistole, gli inseguimenti e l’azione, e per i palati più fini si promettono anche delle idee, e una storia d’amore. Il tutto shakerato dal regista come su una montagna russa. Ma queste sono per ora solo parole. La grande anteprima regalata alla platea di San Diego ci ha mostrato uno spunto semplice: un ragazzo ordinario si sveglia a un giorno dalla fine del suo conto alla rovescia e cerca di restare vivo, supplicando, rubando e forse anche uccidendo. Sempre di corsa, perché non c’è tempo da perdere.
Sperando che il nostro conto alla rovescia inizi il più tardi possibile sarà l’uscita del film a sancire se ancora una volta ci sentiremo riflessi negli occhi piccoli e schivi di Niccol.


(Cristina Fanti)
da The Cinema Show

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