giovedì 14 aprile 2011

Scream 4

È difficile parlare di Scream 4 senza raccontarlo, perché alcune delle trovate più geniali sono appunto nelle pieghe inaspettate che prende la trama. Ma ci proviamo, partendo dalle certezze.

La prima: una catena di Sant’Antonio di rimandi cinefili, dai più agguerriti agli scontati (le bombe a mano lanciate su Saw IV, oggigiorno il maggiore concorrente della saga degli urli).
La seconda: il sangue, qualche ettolitro, sparso in ogni dove e senza mai più di cinque minuti d’intervallo. Un cast pesante e di grandi nomi per questo capitolo, pochi dei quali dovranno prevedere di tenersi liberi nel fortuito caso di uno Scream 5, solo per darvi un’idea.
La terza: l’(auto)ironia. Il film continua a prendere sagacemente in giro decenni di pellicole horror ma si ripiega anche su se stesso, con l’irriverente, reiterata insistenza sulle pecche della serie Squartati (iniziata in Scream 2 ma qui arrivata all’inverosimile settimo sequel), l’alter ego del franchise.
La quarta: la metacomunicazione. Fino allo stremo, fino anche alla risata un tantino forzata, un gioco di matrioske cinematografiche a cui non viene data mai pace.
La quinta: la tecnologia. E’ una nuova decade, cita il poster americano, e il film si diverte a toccare tutti quei tasti che non esistevano al momento della sua prima apparizione nella storia. La rovina dei valori della gioventù legata alla sete di fama, la vulnerabilità di un’umanità che vive in pubblico sui social network. E’ facile capire perché si senta il bisogno di confrontarcisi ma purtroppo sono tutte tematiche scadute cinque minuti prima.

Insomma, Sidney torna a Woodsboro dopo dieci anni di assenza per presentare il suo libro motivazionale su come sia possibile superare la condizione di vittima. La sua agente, che verrà giustamente punita dalla sorte, le organizza questo fortunato incontro pubblicitario proprio nel giorno dell’anniversario dei famosi delitti che le hanno cambiato la vita. C’è chi non impara mai. Con Sidney di nuovo in città l’aria diventa densa e Ghostface torna a colpire. Linus e Gale nel frattempo si sono sposati, il primo è lo sceriffo della città, la seconda una casalinga disperata, autrice delle sette sceneggiature di Squartati, ispirate alle “vere” vicende del primo Scream, ed ora in cerca di un reboot di gloria. Poi ci sono i giovani 2.0, ma solo i nati dopo il 1990 andranno a vedere Scream 4 per loro. La cugina di Sidney, le sue amiche, l’ex fidanzato e i nerd del club di cinema che servono a veicolare la prima e la quarta certezza.

Il modo in cui Williamson (lo sceneggiatore) riesce ancora a prendersi gioco degli stilemi del genere horror, per quanto forse è vero, è la terza volta che glielo vediamo fare, ha sempre un non so che di brillante. Il gioco alla destrutturazione delle regole danza su un filo teso fra la norma e il suo contrario, lasciando lo spettatore sempre un po’ indeciso se debba aspettarsi un colpo di scena di genere, o uno vero, innovativo. E ce ne sono di entrambi.
L’arte di Craven (il regista) e del suo pennello di sangue non è mutata. Per intenderci la violenza è vera, e non ridicolizzata alla Scary Movie, ma non ci troviamo neppure davanti al classico modello torturale che tanto piace alle folle di questi tempi. E’ poco sadica, molto più vintage che nuovo millennio.

E’ dunque chiaro che questo film non è pane per i denti di tutti. Andrà bene per i fan della serie, per i cinefili incalliti, per chi vuole tornare a respirare un po’ d’aria anni ’90 e per chi a quest’aria ci voglia educare  fratellini o cuginetti.

(Cristina Fanti)

CHE NE PENSI DI QUESTO FILM?


CHE NE PENSI DI QUESTA RECENSIONE?



1 commento:

  1. beh con wes craven si quasi sul sicuro, è una di quelle poche persone su cui ti puoi fidare del suo operato e di conseguenza della sua ultima fatica..
    cazzo è divertente vedere i suoi film, poi certo se sei appassionato del genere buon per te; e per fortuna io lo sono.. oh yeah!
    Son felice che ne parli bene perchè ho proprio intenzione di andarlo a vedere a breve in sala!

    RispondiElimina